L’idea parla delle nostre cicatrici: servono per segnare l’identità, si racconta come ci si sente con gli altri. Aiutiamo a pensare e a concentrare il pensiero. L’obiettivo è: cambiare qualcosa per fare emergere la verità dell’umanità. i docenti hanno persone davanti, non carte, vogliamo superare muri che non si vedono, per provare l’emozione di ascoltare le mie parole che tornano: pezzi di me negli altri. L’aula è dove costruire silenzio e rumore. Questa visione vuole proteggere la vita sott’acqua.
Le cicatrici di ogni persona sono molto importanti perché molte volte segnano un ricordo bello soprattutto d’infanzia. Con le cicatrici si portano storie su cui riderci sopra e scherzarci, diventiamo capaci di comunicare il nostro passato che ci ha creato alcuni disagi o imbarazzi quindi cambiamo il nostro modo di esprimerci in meglio. Durante la nostra vita poi incontriamo persone che ci sostengono e quindi viviamo con il conforto. Iniziamo così a raccontare le nostre storie senza alcun timore del giudizio altrui, superiamo la timidezza adottiamo l’emozione di restituire l’essere come siamo e abbandonare le regole sbagliate che ci eravamo imposti e iniziamo a crearci un grande spazio tra le persone.